martedì 12 febbraio 2008

Storia della lavatrice

Come prima lezione sulle lavatrici eccovi la loro storia in sintesi:

Il primo esemplare di macchina per lavare fu sviluppato nel 1767 da Jacob Schaffern. I primi modelli di macchine meccaniche risalgono alla fine del 1800. Le prime lavatrici furono concepite come macchine atte a "sfregare" i panni, simulando così l'effetto manuale del modo più diffuso di lavare la biancheria. Le macchine così realizzate presentavano però l'evidente svantaggio di provocare un'usura eccessiva dei panni, nonchè risultati di lavaggio decisamente deludenti. La prima soluzione efficace fu l'adozione dell'agitatore: il principio era quello di forzare la soluzione detergente attraverso le fibre dei tessuti e non di agire meccanicamente su questi. Nel 1904 Miele, considerata ancora oggi leader nel settore del lavaggio, costruisce il primo modello con comando elettrico per la trasmissione del movimento. Negli anni '20 ci fu qualche tentativo di adottare nuove tecnologie di lavaggio, con la comparsa delle lavatrici a cestello (ad asse orizzontale) specialmente per le applicazioni industriali, ma i modelli ad agitatore si imposero più rapidamente sul mercato, e furono via via dotati di ulteriori funzionalità (nella foto una lavatrice Miele a movimento oscillatorio, 1930), come le resistenze per il riscaldamento dell'acqua. Lo sviluppo di questo modello vide la realizzazione delle cosiddette "twin tub", cioè delle lavatrici a due vasche: una, con agitatore, nella quale si effettuava il lavaggio dei panni, l'altra, con cestello ad asse verticale, dove i panni venivano risciacquati e strizzati per centrifugazione; questo modello è tuttora piuttosto diffuso, soprattutto nei paesi asiatici e africani. Il modello con vasca unica e cestello ad asse orizzontale, tipicamente europeo, non ha invece riscontrato grande successo negli USA, anche se ci sono aziende (Westinghouse, Whirlpool) che hanno realizzato numerosi modelli di questo tipo. Dopo la seconda Guerra Mondiale, lo slancio industriale vide nascere nuove esigenze e desiderio di comfort: a livello domestico (anche per il ruolo della donna che stava considerevolmente cambiando, soprattutto in Italia) le industrie elettromeccaniche iniziarono una fervida attività di ricerca e produzione di lavatrici. La Germania, che già prima della guerra aveva iniziato la produzione di lavatrici, riprese continuando sulla scia della tecnologia inizialmente adottata, che vedeva una decisa scelta per i modelli a cestello ad asse orizzontale. Le lavatrici tedesche, anche prodotte dopo la guerra, erano però caratterizzate da notevoli problemi statici, poichè prive di sospensioni (la vasca era solidale con la scocca della macchina) che ne rendevano piuttosto complicata l'installazione: dovevano infatti essere fissate al pavimento. Erano però le macchine più evolute esistenti, dotate già di automatismi (timer, pressostato) che ne consentivano il funzionamento in maniera pressochè autonoma. In Italia, invece, si adottò inizialmente il modello americano, con agitatore ad una vasca e mangano per la strizzatura (Candy modello 50, prodotta nel 1947), poi il modello classico a due vasche, semi-automatico (Candy bi-matic, prodotta nel 1957, Rex-Zanussi mod. 250, prodotta alla fine degli anni '50) e, con l'adozione anche in Italia dei timer, finalmente i modelli automatici (Candy Automatic, 1959, Rex-Zanussi modello 260 etc.) ulteriormente evoluti nelle superautomatiche a seguito dell'adozione delle vaschette per il detersivo separate (per pre-lavaggio, lavaggio, additivi di risciacquo). Le lavatrici hanno raggiunto la maturità di prodotto e la ricerca (e purtroppo la qualità costruttiva si è abbassata notevolmente, sono pochissimi infatti oggi i produttori di lavatrici molto solide e durature), negli anni successivi, si è concentrata sull'efficienza energetica (riduzione consumo di acqua ed energia elettrica) e sul rispetto dell'ambiente (riduzione dell'utilizzo di detersivo). Si deve osservare come l'evoluzione della lavatrice sia segnata, negli ultimi anni, da due fattori importanti: 1. l'orientamento prevalente verso l'utilizzo di tessuti misti o interamente sintetici, colorati, che "si sporcano meno" e "si lavano più facilmente" ha comportato la necessità di sviluppare programmi di lavaggio sempre più a medie-basse temperature e la pressochè totale abolizione del "prelavaggio"; 2. i detersivi, sempre più efficaci, contribuiscono decisamente alla riduzione dei tempi e dell'azione di lavaggio. Inoltre nell'ultimo decennio si sono diffusi programmi automatici che riconoscono automaticamente il carico della macchina ed il tipo di tessuto, svolgendo così un programma con consumi e durata perfetta; inoltre in questo periodo Miele segna fortemente la storia della lavatrice introducendo il cestello a nido d'ape (2001), con esagoni bombati verso l'interno e microfori che non "strapazzano" la biancheria durante la centrifuga e lavano con maggiore delicatezza.



Lavatrice a movimento oscillatorio Miele, 1930

[Fonti: Wikipedia; esperienza personale]

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